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Unicobas Scuola – Assemblea sindacale Venerdì 3 maggio 2024

L’Unicobas Scuola, che partecipa alle elezioni per il rinnovo del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, nel mese di campagna elettorale indicato dalle norme, INDICE PER VENERDÌ 3 MAGGIO 2024 un’ASSEMBLEA SINDACALE, che si terrà dalle h. […]

L’Unicobas Scuola, che partecipa alle elezioni per il rinnovo del Consiglio Superiore della Pubblica
Istruzione, nel mese di campagna elettorale indicato dalle norme, INDICE PER VENER 3 MAGGIO
2024 un’ASSEMBLEA SINDACALE, che si terrà dalle h. 14,30 alle h. 16,30, o comunque nelle ultime
due ore di apertura dell’Istituto, relativa alla rielezione del CSPI APERTA A TUTTI I DOCENTI
DELL’INFANZIA, DELLA PRIMARIA E DELLE MEDIE CON TEMPO PROLUNGATO,
NONCHÉ A TUTTI GLI ATA, DI RUOLO E NON, in ORARIO DI SERVIZIO (ai sensi delle
normative per le elezioni CSPI). Per motivi tecnici il collegamento verrà aperto alle h. 14.15 e si
concluderà alle h. 17.00. Queste assemblee per le elezioni CSPI sono AGGIUNTIVE rispetto alle 10 ORE
annue contrattualmente previste (quindi non riducono le 10 ore medesime).

Per PARTECIPARE ISCRIVERSI AL CANALE You Tube dell’Unicobas dopo aver cliccato su questo
LINK:
https://youtube.com/live/vZfdGoa5Ct4?feature=share e seguirla. Le domande vanno poste via chat:
risponderemo nell’ultima ora dell’assemblea. Per PRENOTARSI (facoltativo) e richiedere attestato di
presenza (facoltativo):
segreteria.nazionale@unicobas.org
TERRANNO L’ASSEMBLEA i candidati delle liste Unicobas Scuola per il rinnovo del CSPI

Odg: 1)VOTA UNICOBAS SCUOLA NELLE ELEZIONI PER IL RINNOVO DEL CONSIGLIO
SUPERIORE DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE che si terranno il 7 MAGGIO in tutti gli istituti
dalle h. 8.00 alle h. 17.00. PER UN CSPI CHE SIA DAVVERO ORGANO DI DIFESA E
RAPPRESENTANZA PROFESSIONALE. Reintroduzione dei Consigli di disciplina elettivi. Rilancio
degli organi collegiali. Ricostruzione dei Consigli Scolastici Provinciali. Per la libertà d’insegnamento e
d’apprendimento. Più RISPETTO! No alla confusione dei ruoli! Per una scuola pubblica di qualità,
laica e non aziendalizzata con Invalsi, Pcto e figure manageriali di sistema. Contro il minimalismo e la
preminenza delle competenze sulle conoscenze. Per il ritorno ai curricula ciclici. Per il preside elettivo
e l’anno sabatico di aggiornamento. Contro la valutazione da parte dei dirigenti. Rispetto di
graduatorie e titolarità di istituto, nonché della continuità didattica. Contro l’assegnazione
discrezionale alle classi. No al demansionamento nel (e del) Potenziato per far supplenze. Titolarità su
classe a tutti i docenti, Organico Potenziato compreso. Per la continuità didattica sul sostegno (anche
per i DSA). Rispetto per il lavoro aggiuntivo di Docenti ed Ata, retribuzione tabellare: No al
pagamento a forfait! Ruolo unico professionale pubblico con stato giuridico non impiegatizio.
Contratto specifico per la scuola: retribuzioni europee e 14 mensilità per Docenti ed Ata.

Per battere la regionalizzazione e le controriforme. Contro il taglio di 5/600 istituti dall’a.s. 2024/25 e i
finanziamenti al privato.

Per una REALE DEMOCRAZIA SINDACALE. Da anni ci hanno tolto il diritto di assemblea, favorendo i
sindacati prontafirma. Cambiamo insieme il panorama della rappresentanza sindacale con queste
elezioni nazionali grazie alle quali ci spettano le assemblee in orario di servizio. Questo modifica
completamente il quadro, restituendo alla categoria il diritto di votarci in qualsiasi scuola. Cogli l’occasione:
votando l’Unicobas per il CSPI cambi finalmente i rapporti di forza!

Le altre elezioni, quelle per le RSU, così come sono non bastano: occorre aggiungere il voto anche su lista
nazionale perché ogni sindacato possa venir votato in tutte le scuole (non solo in quelle dove ha presentato
delle liste), nonché un elementare principio democratico: il diritto di assemblea per tutte le sigle.

2) CONTRATTO SPECIFICO PER L’ISTRUZIONE (PER DOCENTI ED ATA). Il DL.vo 29/93 ha
eliminato per legge ruolo, scatti biennali d’anzianità ed aumenti superiori all’inflazione programmata: è la
privatizzazione del rapporto di lavoro nel Pubblico Impiego. Per questo siamo scesi all’ultimo posto nella
scala stipendiale Ue. Non è stato così per l’Università. Bisogna riconoscere la dimensione particolare della
Scuola. Occorre ricordare che Confederali e SNALS sono stati artefici dell’appiattimento in basso, per i
Co.Ba.S. non si deve uscire dal P.I., la Gilda vuole un contratto separato fra ATA e Docenti sempre interno al

P.I., l’ANIEF tace. Invece solo con un contratto pubblico autonomo dal resto del P.I. potremo riavvicinare
l’istruzione alla media retributiva europea.
3) COMMENTO AL CONTRATTO NAZIONALE 2019/21

QUALE “MERITO”? a) “Non c’è ingiustizia più grande che fare parti uguali fra diversi” (Don Milani).
Una scuola per la quale si spende poco e male colpisce sempre soprattutto i più deboli, con mancata
estensione del tempo pieno, edilizia (s)cadente, aumento dei costi del vergognoso contributo “volontario” (da
abrogare) e dei libri di testo, riduzione dei fondi per il diritto allo studio… b) La firma è avvenuta con forte
ritardo e si continua a risparmiare sui lavoratori della scuola, incrementando le mansioni nei vari profili,
deprofessionalizzando e precarizzando, il tutto a fronte di risibili mance!

PARTE ECONOMICA. Quanto pattuito è offensivo: restiamo molto lontani dalla media europea. Si
ribadisce l’impoverimento progressivo dei salari di Docenti ed Ata. Al contrario di quanto dichiarato dai
firmatari con toni trionfalistici, NON C’È STATO UN VERO RECUPERO DEGLI ARRETRATI. Negli
“aumenti” è conteggiata la rata di DICEMBRE 2022 E IL CONTENTINO DI DICEMBRE 2023 È
AMPIAMENTE INADEGUATO PERSINO RISPETTO ALL’INFLAZIONE (DICHIARATA E REALE
che è ben maggiore). Abbiamo perso almeno un altro 5% di potere d’acquisto.

Portare gli aumenti netti a 1.000 euro (docenti) e 550 euro (ata), agganciando gli stipendi della scuola
almeno ai livelli intermedi (Spagna) della media europea (ove invece siamo gli ultimi). Portare la
retribuzione dei Docenti all’ottavo livello (quello dei vecchi presidi), come è stato fatto per i Dsga (che
hanno lo stesso titolo d’ingresso dei docenti: la laurea). Quattordicesima mensilità per Docenti ed Ata.

PARTE NORMATIVA. No alla frammentazione della categoria ed a procedure e sistemi organizzativi
tipici del mondo aziendale (che non riteniamo plausibile). Criticità delle figure ad hoc come il collaboratore
scolastico “esperto”, il docente “tutor” o “orientatore”, il coordinatore di classe e di dipartimento, con ruoli
submanageriali. No alla sovrapposizione di tutor ed orientatori ai Consigli di Classe.

4) SCIOPERO DEL 9 MAGGIO CON MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA, MINISTERO
DELL’ISTRUZIONE, V.LE TRASTEVERE, h.9.00 CONTRO LA REGIONALIZZAZIONE DELLA
SCUOLA. CONTRO IL DDL CALDEROLI SULL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA concepito a
vantaggio delle regioni più ricche ed a svantaggio di quelle più povere. Contro la possibile creazione di ruoli
regionali e gabbie salariali (differenziazioni stipendiali). Contro l’istituzionalizzazione delle disuguaglianze
tra Nord e Sud e di programmi differenziati.

5) SCUOLA E DIGITALIZZAZIONE 4.0. Rischi e opportunità. No alla dittatura dei padroni del web!
“Digitalizzazione”, ma solo come strumento per lo sviluppo del sapere critico!

6) COMMENTO AI CRITICI DISEGNI DI LEGGE sull’“Istituzione della filiera formativa
tecnologicoprofessionale” (con annessa sperimentazione quadriennale, taglio di cattedre e pesanti
aumenti dell’orario settimanale, dall’a.s. 24/25) e sulla “Revisione della disciplina in materia di
valutazione del comportamento delle studentesse e degli studenti”, sulla “Revisione della disciplina in
materia di valutazione del comportamento delle studentesse e degli studenti” e sul “Liceo del made in Italy”
(ampiamente respinto dalle scuole). No alle classighetto per gli extracomunitari.

7) PIÙ RISPETTO PER I DOCENTI e gli operatori scolastici

NO ALL’AGGIORNAMENTO DI REGIME scelto dal Ministero (e dai dirigenti scolastici) ed alle 25
ore obbligatorie sul sostegno per tutti i docenti, aggiuntive e non retribuite. L’adesione deve essere volontaria
e l’impegno deve rientrare nelle 40 ore! Nessuna sottrazione di ore curricolari per l’orientamento!

NO INVALSI E PCTO. I ridicoli test standardizzati INVALSI pretenderebbero di “valutare”. L’ “ansia
della prestazione” piega i docenti al famigerato “teaching to test”. I PCTO sono fucina di apprendistato
strumentale ed incidenti (4 mortali) per gli studenti.

NO ALLA RIDUZIONE DELLA CARTA DEI DOCENTI da €. 500 ad €. 374 nel 2028. La carta,
invece, ad importo intero, va estesa a tutti i precari ed agli Educatori.

NO AL SILENZIOASSENSO PER IL FONDO ESPERO. NO a quota “103”. Pensione a 62 anni,
liquidata subito, Tfr compreso.

8) CHIEDIAMO (PIATTAFORMA NAZIONALE UNICOBAS):

Ruolo unico pubblico, professionale, con retribuzioni europee e stato giuridico non impiegatizio.

No classipollaio: massimo 20 alunni. Esenzioni fiscali per autoaggiornamento, libri e
didattica; ingresso gratis in tutti i musei.
Precariato: doppio canale di reclutamento per il 50% delle nuove assunzioni, col conteggio di tutti gli
anni di servizio e delle abilitazioni già conseguite (onde evitare più concorsi).

Copertura vuoti d’organico Ata: assunzione di 30mila collaboratori scolastici e 30mila fra personale di
segreteria e tecnici.
Stabilizzazione degli specializzati (e, se necessario, degli specializzandi) di sostegno, copertura di tutte
le cattedre ed istituzione di una classe di concorso specifica.

Equiparazione del personale Educativo ai Docenti della Primaria.

Estinzione immediata della truffa sul servizio prestato contro gli ata ex EELL, dopo ben 13 sentenze
favorevoli della suprema Corte di Strasburgo. Preside elettivo come nelle Università.

9) CANCELLAZIONE INTEGRALE DELL’ACCORDO CHE RIDUCE IL DIRITTO DI
SCIOPERO obbligando al servizio un contingente Ata.

10) NO alla politica cobelligerante, ai mancati interventi contro l’inflazione ed all’aumento
incontrollato dei costi dell’energia. Le nuove spese militari determinano la definitiva marginalizzazione
dell’istruzione e della sanità. L’80% degli istituti italiani (mense comprese) è fuori norma su igiene e
sicurezza, ma il PNRR (200 miliardi 86 senza oneri di restituzione) stanzia somme risibili invece dei 13
miliardi necessari.

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